Doyle Brunson è uno dei giocatori di poker più forti e famosi di tutti i tempi. Le sue caratteristiche lo rendono l’incarnazione del giocatore tipo del Texas Hold’em, essendo lui stesso originario del Texas e portando sempre un grosso cappello “alla texana”. Ha vinto cifre improponibili in modi spettacolari, ed ogni giocatore di poker oggi guarda a lui come una vera e propria leggenda.
Nato nel 1933, nel Texas per l’appunto, Brunson era da giovane un grande sportivo. In particolare aveva un vero e proprio talento per la corsa e sarebbe diventato probabilmente un grande campione se non avesse subito un infortunio che lo costrinse a ritirarsi dallo sport. Senza perdersi d’animo il nostro eroe decise di concentrarsi sullo studio e conseguì la laurea, ma subito dopo effettuò la vera svolta della sua vita ed iniziò a concentrarsi esclusivamente sul gioco del poker, passione che già coltivava dalle superiori. Tra gli anni ’50 e ’60 diventò un giocatore professionista frequentando le bische clandestine, com’era uso ai tempi, e continuando a fare esperienza per anni e anni arrivò preparatissimo alle World Series di metà anni ’70, vincendone due consecutivamente nel ’76 e nel ’77 con la stessa mano in entrambi i casi: aveva 10-2 completando un full di 10 al 2. Questi due episodi divennero così famosi che questa mano prese il suo nome: “Doyle Brunson Hand”.
Ha continuato a giocare a poker per tutta la vita vincendo somme enormi e ottenendo grandi premi e riconoscimenti. Ha scritto anche un libro, Super System, testo fondamentale nella letteratura di genere, che parla delle sue esperienze con il gioco del poker e di come avrebbe fatto a vincere tantissimi soldi. Il libro è tuttora molto letto e continua a ispirare, insieme al suo scrittore, generazioni di nuovi aspiranti campioni di poker.
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